Tropic Thunder (2008)

Nelle profondità della giungla del Sudest Asiatico, il set di "Tropic Thunder", un film di guerra basato sulle memorie del veterano del Vietnam 'Four Leaf' Tayback, è un campo minato... ma non solo cinematografico. Tugg Speedman, una volta asta indiscussa dei blockbuster, cerca disperatamente di rilanciare la sua carriera con un ruolo di spessore che potrebbe dargli l'acclamazione critica che tanto desidera. Accanto a lui, Jeff Portnoy, comico dal talento controverso e dagli eccessi noti, e Kirk Lazarus, attore metodico dall'arsenale di premi Oscar, che si è addirittura sottoposto a una procedura estrema per calarsi meglio nel personaggio. Sul set regna il caos. Il regista novellino Damien Cockburn è sopraffatto dalle divise esigenze delle sue stelle, tanto che la produzione è a rischio di un clamoroso fallimento. Su suggerimento del veterano Tayback, Cockburn decide di gettare i suoi attori nell'impervia foresta, armati unicamente di finte mitragliatrici e una mappa, nella speranza che possano trasformarsi in una vera squadra, proprio come i personaggi che interpretano. Ma la finzione cinematografica si scontra con una pericolosa realtà quando la troupe si ritrova catapultata nel cuore del Triangolo d'Oro, teatro di operazioni di spietate gang dedite al traffico di eroina. Quando Speedman viene catturato dai crudeli Flaming Dragons, la compagnia di attori comprende che i colpi di arma da fuoco e le mine che pensavano fossero parte di uno spettacolo pirotecnico sono in realtà minacce mortali. Mentre Speedman affronta il suo personale inferno, i compagni di set devono confrontarsi con un'avventura che li costringe a scavare nel profondo di sé stessi, in un viaggio di rivelazione personale e professionale. Nel frattempo, nel mondo esterno, il produttore megalomane Les Grossman e l'affezionato agente Rick Peck si contendono le sorti del film e di Speedman, svelando intrighi e verità nascoste. "Tropic Thunder" diventa così un'esplosiva commistione di realtà e finzione, dove eroismo e follia si mescolano in un'irresistibile satira sull'industria del cinema e le sue esagerazioni.