Una favola fantastica (1984)

Nel cuore nebbioso della Londra vittoriana si aggira l'ombra di Ebenezer Scrooge, un vecchio avaro il cui cuore è così freddo quanto le strade innevate che percorre. La sua esistenza è un tempio dedicato all'accumulo di ricchezze, privo di qualsiasi calore umano. Scrooge ha rinunciato all'affetto dell'unico parente che gli rimane, il nipote Fred Holywell, e tratta con dispregiativo gelo chiunque incroci il suo cammino. Il Natale, per lui, non è che un fastidioso intralcio, un furto legalizzato che annualmente gli sottrae denaro, e solo con malumore concede al suo impiegato, l'esausto Bob Cratchit, un giorno di riposo. Mentre la città si infiamma di spirito natalizio, l'antipatia di Scrooge per le festività raggiunge l'apice. La vigilia di Natale però sconvolge il suo mondo con un tumulto soprannaturale. La spettrale visita del suo defunto socio, Jacob Marley, invita Scrooge a un ravvedimento urgente. Inizialmente stoico e scettico, il vecchio maledetto si trova di fronte all'annuncio che tre entità ectoplasmatiche - i Fantasmi del Natale Passato, Presente e Futuro - stanno per varcare la soglia della sua dimora. In "Una favola fantastica", Scrooge intraprende un viaggio tra le nebbie del tempo che lo costringe a riflettere sulle ombre del suo passato, sulla cruda realtà del suo presente e sulla tetra solitudine che lo attende nella morte, qualora perseveri nel suo cammino di avarizia. Queste rivelazioni lo spingono a interrogarsi sul vero significato della ricchezza, sullo spirito del Natale e sull'eredità che desidera lasciare. Questa commovente trasposizione del classico di Charles Dickens bilancia oscurità e speranza, offrendo un potente monito sulla capacità trasformativa della gentilezza e della compassione, che può risiedere anche nel cuore più ghiacciato.