Blood Quantum (2019)

In "Blood Quantum", un'opera carica di tensione e implicazioni sociali, il regista Jeff Barnaby sfida l'apocalisse zombie con un audace colpo di scena: la comunità indigena Mi'gmaq è immune al flagello che trasforma gli esseri umani in creature della notte assetate di carne. Mentre le città circostanti cadono nell'anarchia sotto le orde di non-morti, i sopravvissuti cercano disperatamente rifugio nella riserva Mi'gmaq, dove l'umanità può ancora sperare di sopravvivere. Ma accoglierli significherebbe esporre la propria cultura al rischio di estinzione, un bivio che costringe la comunità a una scelta straziante. Con un ritmo incalzante e un'atmosfera cupa che ricorda il fumetto, il film è disseminato di sequenze macabre: spade da samurai, motoseghe, fucili a pompa e asce improvvisate sono gli strumenti di sopravvivenza in una lotta senza quartiere contro la morte che cammina. Non mancano riferimenti a temi profondi come razzismo e colonialismo, che trovano nella narrazione zombie un mezzo per esplorare il fantasma dell'estinzione che ha perseguitato le comunità indigene per secoli. La performance di un cast eccezionale, guidato da Michael Greyeyes, dipinge un quadro crudo ma autentico della vita post-coloniale indigena, che si scontra con il caos e la paranoia generati da una situazione quasi apocalittica. "Blood Quantum" non si limita a essere un film di zombie, ma si erge come un grido potente che risuona nell'universo cinematografico dei non-morti, ricordandoci come le voci emarginate possano rivitalizzare un genere altrimenti esausto con nuova e incendiaria vitalità.