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Poster of Capitalism: A Love Story

Capitalism: A Love Story (2009)

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Trama

Nel suo documentario provocatorio, "Capitalism: A Love Story", il rinomato regista Michael Moore ci conduce attraverso un'esplorazione audace delle origini della cupidigia, risalenti all'Impero Romano e proseguendo fino al cuore pulsante dell'America contemporanea. Il film dipana la narrazione in un mondo dove i tempi d'oro dell'America del dopoguerra e la visionaria Seconda Carta dei Diritti proposta dal Presidente Franklin D. Roosevelt sono ormai svaniti nella memoria. Questa odissea cinematografica trasporta lo spettatore dalla confortevole America di provincia fino alle imponenti stanze del potere a Washington, arrivando infine al vibrante epicentro finanziario di Wall Street. Con un blend di umorismo e indignazione, Moore espone le intricate relazioni tra politici egoisti, corporazioni e il mondo finanziario, una connubio che lascia i più vulnerabili privi di lavoro e assistenza sanitaria, mentre le casse delle banche e delle compagnie di assicurazione si gonfiano. Il film ci porta dentro le case degli americani comuni, le cui vite sono state stravolte dall'idillio pericoloso con il capitalismo, marchiato da inganni e abusi, e dalla perdita quotidiana di 14.000 posti di lavoro. Nel mezzo della realtà inquietante di un'America media squassata da Katrina, crisi ipotecarie e un nuovo "Vangelo" rappresentato dal Wall Street Journal, Moore osa immaginare un futuro più speranzoso. "Capitalism: A Love Story" è un esame incrollabile delle insidiose estensioni della dominanza corporativa, del suo impatto sul tessuto della vita americana e della possibilità di un futuro dove l'umanità è al centro, non il profitto cieco. Il film rappresenta un appello accorato a riconsiderare chi siamo e perché ci comportiamo nel modo in cui lo facciamo in quest'epoca di capitalismo sfrenato.