Non si sevizia un paperino (1972)

Nel sonnolento borgo di Accendura, avvolto da antiche superstizioni, un ghiacciante mistero si insinua nelle sue quiete giornate: il piccolo Bruno Lo Casio svanisce nel nulla. La macchina dell'ordine locale si mette in moto con il commissario, l'ispettore e il Capitano Modesti che battono la zona senza sosta, ma si trovano di fronte a una serie di false piste e vicoli ciechi. Quando una richiesta di riscatto si rivela un amaro inganno, l'innocente Giuseppe viene ingiustamente incolpato e arrestato. Il terrore si stringe come una morsa intorno ad Accendura quando altri bambini, Michele e Tonino, cadono vittime di questo ignoto pericolo. Gli occhi sospettosi della comunità si posano su Maciara, emarginata del paese e dedita alla magia nera, ma anche lei si rivela un'ennesima pedina innocente in questa macabra scacchiera. Nonostante ciò, la sua fine sarà segnata dalla mano violenta di abitanti accecati dall'ignoranza. Nel frattempo, il villaggio si trasforma in un crogiuolo di giornalisti, tra cui l'esperto Andrea Martelli da Roma. Il suo cammino si intreccia con quello di Patrizi, figlia di un ricco industriale in cerca di asilo dopo uno scandalo. Questa insolita alleanza si trova presto sulle tracce del parroco del villaggio, Don Alberto Avallone, a capo di un gruppo di giovani calciatori e figlio della bizzarra Dona Aurelia Avallone, che protegge dal mondo la figlia con problemi mentali. Man mano che il bilancio delle vittime cresce e la paura divora Accendura, Martelli e Patrizi si ritrovano in una corsa contro il tempo, convinti che la bambina degli Avallone possa essere la chiave per scoprire l'identità dell'assassino. Si addentrano sempre più in una rete di segreti e credenze che avviluppano il paese, decisi a svelare la verità prima che il predatore invisibile possa colpire ancora. In un paesaggio dove la fede si scontra con il timore, dove l'ombra di un male inspiegabile si allunga sulle strade polverose di Accendura, la lotta per la verità si trasforma in una saga mozzafiato, che tiene il pubblico sul filo del rasoio fino all'ultimo, inatteso respiro.