Grey Gardens (1976)

Incastonato tra i paesaggi lussureggianti di East Hampton, Grey Gardens emerge come un anacronistico maniero, testimoniando il decadimento di un'epoca ormai lontana. All'interno di queste mura, vivono due figure altrettanto fuori dal tempo: Edith Bouvier Beale, madre ottantenne dallo spirito arguto e dalla verve di un'ex cantante, e la figlia Edith 'Little Edie' Bouvier Beale, un tempo debuttante di spicco nella società e ora eccentrica dama che si avvolge in abiti da battaglia e turbanti. Le due donne, parenti di Jacqueline Kennedy, conducono un'esistenza eremitica nella loro dimora di 28 stanze, circondate da gatti, procioni selvatici e un esercito di pulci, in una casa che ironicamente si presenta priva della più basilare delle comodità: l'acqua corrente. Il tempo sembra essersi fermato a Grey Gardens, dove presente e passato si confondono in un gioco di specchi. In questo regno di caos, l'identità di chi si prende cura e chi è accudito si sfuma in un'ambiguità quasi poetica. Le due donne, unite da un rapporto complesso e da una vita di isolamento autoimposto, si aggrappano ai resti della loro nobili genealogie e alle reverberazioni di un sogno che non si spegne. Spinte dalla minaccia di sfratto da parte delle autorità locali, che scoprono le condizioni disastrose in cui vivono, le Beale sono costrette ad accettare l'aiuto di una parente celebre per restaurare il maniero. La riluttante apertura verso l'aiuto esterno non fa che gettare luce sul loro rapporto burrascoso, che si cela dietro un velo di protezione reciproca e negazione. Nel corso del film, assistiamo all'intreccio tra la lotta quotidiana delle due donne e i loro sogni di redenzione: Edith, avvolta nel suo mondo di ricordi e melodie, e Little Edie, con la sua incessante speranza di riscattare la vita mondana newyorkese. Ma sotto la superficie delle aspirazioni e delle loro continue schermaglie, si nasconde un legame indissolubile e una tacita accettazione della loro realtà solitaria. Grey Gardens è il loro universo; un universo in cui i sogni resistono al tempo e le vecchie abitudini si attardano come ospiti graditi, ben oltre il silenzio delle ultime note.