Major League - La grande sfida (1998)

Nell'ultima fase della sua carriera, il lanciatore di baseball di minor league Gus Cantrell si trova davanti all'imminente ritiro quando all'improvviso riceve una proposta alquanto inaspettata. Roger Dorn, il Direttore Generale dei Minnesota Twins, gli offre la possibilità di diventare manager dei Salt Lake City Buzz, la squadra satellite dei Twins. Con un pizzico di riluttanza, Gus accetta la sfida e scambia il guanto da lanciatore con il cappello da manager. I Buzz sono un insieme eterogeneo di giocatori: dal ballerino di balletto trasformatosi in giocatore, Lance "Lance the Dance" Pere, al potente battitore Billy "Downtown" Anderson, fino a Carlton "Doc" Windgate, noto per il suo lancio lento come una lumaca. La missione di Gus è quella di forgiare questi individui così diversi in un vero e proprio team, capace di tenere testa agli avversari sul diamante. La situazione si complica quando Gus si scontra con Leonard Huff, l'arrogante e presuntuoso manager dei Twins. Durante una cena in un ristorante chic, Huff sfida Gus: i Buzz dovranno affrontare i Twins in una partita che si rivelerà carica di tensioni e imprevisti. Dopo un'incredibile mossa di Huff che fa spegnere le luci dello stadio per evitare la sconfitta dei Twins, la situazione si complica ulteriormente quando Billy, promosso nei Twins, inizia a mostrare un calo di prestazioni. I Buzz, privati della loro stella, iniziano una serie di sconfitte, ma Gus non è tipo da arrendersi facilmente. Riesce a rimettere in carreggiata il team e, quando Billy ritorna demoralizzato nei minor, Gus ne raffina le tecniche di battuta e ravviva lo spirito della squadra. Con una rinnovata determinazione e il cuore pieno di sfida, Gus propone un nuovo incontro con Huff e i Twins, stavolta con una posta in gioco molto più alta: se i Buzz vinceranno, Gus potrà prendere il posto di Huff come manager dei Twins. Accettata la sfida, tutto è pronto per un'epica partita a Salt Lake City, dove i Buzz affronteranno gli avversari con un’unione e una grinta mai viste prima, decisi a dimostrare che non sono solo capaci di giocare, ma anche di trionfare.