Manderlay (2005)

Nella brumosa Alabama del 1933, Grace Margaret Mulligan, giovane figlia del gangster Mulligan (interpretato da Willem Dafoe), si imbatte in una realtà che credeva estinta: la piantagione di cotone di Manderlay, dove le ombre della schiavitù ancora si allungano sotto il rigido codice di 'Mam's Law', imposto dalla moribonda matriarca Mam (Lauren Bacall). Spinta dall'indignazione per la vista di uno schiavo sull'orlo della punizione, Grace (Bryce Dallas Howard) si rifiuta di voltare le spalle a tale arretratezza. Decisa a mutare il corso della storia, Grace si impone sulla piantagione, sottraendo metà dei gangster di suo padre per proteggersi e trasformando gli eredi di Mam in semplici 'impiegati'. Ma liberare non è così semplice come dichiarare 'siete liberi'. Con inesperienza e una bussola morale instabile, Grace cerca di impiantare i semi della democrazia in un terreno impervio, dove gli ex-schiavi e i loro ex-padrini si mostrano reticenti e ancorati ai vecchi schemi, tranne il saggio Wilhelm (Danny Glover). Con l'avvicinarsi del raccolto, l'ignoranza di Grace nelle tecniche agricole del Sud e la sua lotta contro l'astuzia delle radicate usanze di Dixie portano più caos che ordine, rivelando quanto fosse illusoria la sua visione di redenzione. Quando Mulligan ritorna, pronto a giudicare l'esperimento umanitario della figlia, Grace si trova a confrontarsi con la sua metamorfosi: sarà riuscita a emergere come salvatrice o si sarà trasformata nel riflesso distorto di ciò che ha tentato di combattere? Manderlay è un viaggio audace nell'illusione della benevolenza, un esame serrato delle intenzioni eroiche e delle realtà contorte che sfidano il cambiamento. Un film che affronta la complessità della libertà e il prezzo della presunzione di poterla insegnare.