La vergogna (1968)

In una nazione dilaniata dalla guerra civile, Jan ed Eva Rosenberg, una volta virtuosi del violino, hanno scelto di rifugiarsi nella quiete di una remota isola agricola, tentando di silenziare i rimbombi del conflitto con la loro pacifica quotidianità. Nella loro nuova vita, lontana dalle assordanti sinfonie di battaglia, la coppia coltiva una semplicità preziosa: il pescato condiviso con un vicino, un bicchiere di vino sono le rare pause nell'assordante silenzio della loro esistenza. Il loro isolamento in apolitica armonia è tuttavia turbato da crescenti dissonanze: Jan è assillato dall'eco della guerra, mentre il desiderio di Eva di ascoltare il riso di un bambino introduce una nota di tensione nel loro rapporto. Lui, anima fragile e tormentata, esita davanti all'idea della paternità. Ma il mondo esterno non rispetta la loro neutrale sinfonia e la guerra, come una marcia inesorabile, si insinua nel loro rifugio. Un attacco ribelle sconvolge l'idillio, strappando via volti conosciuti e imponendo una nuova realtà crudele. Accusati di collaborazionismo, Jan ed Eva vengono catturati in una danza pericolosa sotto lo sguardo ambiguo di un colonnello locale, la cui presenza inquietante nella loro fattoria è un enigma complicato quanto il conflitto stesso. Mentre il caos si intensifica, si assiste alla metamorfosi di Jan: la sua natura pacifica lascia spazio a una rabbia oscura e violenta. La fuga si impone come unica via d'uscita, ma il passato ha le sembianze persistenti di un ritornello. Riusciranno i Rosenberg a distanziarsi dal canto della guerra, o saranno eternamente prigionieri della sua sinistra melodia? La loro è una storia di amore e sacrificio, di sopravvivenza nel cuore di un mondo sconvolto.