La danza della realtà (2013)

In "La danza della realtà", il regista Alejandro Jodorowsky ci trasporta in un viaggio sensoriale attraverso i ricordi della sua infanzia, tessendo un mosaico vivido e intimo della sua vita nella cittadina di Tocopilla, incastonata tra le braccia del deserto cileno. Nato nel 1929, Jodorowsky dipinge un ritratto di sé bambino, navigando tra le acque spesso turbolente di un'esistenza segnata dall'alienazione e dalla continua ricerca di un posto nel mondo. Attraverso una narrazione che fluttua tra il reale e il metaforico, il film ci conduce per mano tra le ombre e le luci di una famiglia complessa: la figura materna, quasi soprannaturale nella sua dolcezza, fa da contraltare alla presenza autoritaria del padre, ossessionato dal desiderio di forgiare il figlio a immagine e somiglianza del suo ideale maschile. In questo quadro, Jodorowsky esplora le dinamiche familiari con una potente carica simbolica, trasformando il palcoscenico della vita in un'esperienza onirica e mistica. "La danza della realtà" si rivela molto più che una semplice autobiografia; è una coreografia elaborata che ci sfida a riconsiderare la nostra percezione della realtà. Jodorowsky ci invita a partecipare a questo valzer tra passato e presente, tra ordinario e straordinario, guidando lo spettatore in un labirinto di immagini in cui la realtà si manifesta non come una verità statica, ma come una danza guidata dalle nostre immaginazioni. Quest'opera cinematografica non si limita a narrare, ma invoca una partecipazione emotiva, proponendo un'esperienza filmica che è sia una celebrazione della vita che una meditazione sulla natura fluida della nostra esistenza. Ogni scena, ogni frame, è un invito a interrogarci: la realtà è un fiume inarrestabile o è una danza che noi stessi dirigiamo con la forza dei nostri sogni?