Velvet Goldmine (1998)

In un'epoca in cui la Londra del 1971 sente sfumare i sogni del Flower Power, Brian Slade è un cantante hippie deluso, un'anima vagante tra le ombre di un'era al tramonto. Quando l'effervescente energia di Curt Wild, un rock star esibizionista, irrompe nella sua vita, Slade si ritrova travolto da una rinascita in chiave fenice, risorgendo dalle ceneri della propria immagine obsoleta per risplendere nel firmamento del glam rock sotto le spoglie androgine della divinità pop, Maxwell Demon. Con un fascino misterioso e un ritmo incalzante, la musica di Slade ipnotizza un'intera generazione in cerca di un'oasi di libertà espressiva. Icona di chi vive ai margini, Slade dipinge un mondo dove l'insolito diventa norma, e i reietti trovano asilo in una promessa di liberazione edonistica. Ma l'apice del successo si rivela una prigionia dorata e, in un tentativo di evasione, Slade architetta una finta morte che, pur suscitando clamore, lo proietta in un abisso di dimenticanza. La maschera di Maxwell Demon si sgretola, lasciando intravedere l'uomo fragile dietro al mito, e i suoi seguaci si sentono traditi e disillusi. Il filo della storia ci porta al 1984, quando Arthur Stuart, giornalista alle prese con i fantasmi di un'adolescenza tumultuosa e segnata dall'influenza di Slade, riceve l'incarico di svelare il mistero della sua scomparsa. Nel ricostruire la parabola di quella stella del glam rock, Arthur intraprende un viaggio di riflessione personale che echeggia le vicende del suo eroe. L'indagine si trasforma in un pellegrinaggio emotivo all'interno dell'era Glamrock, tra splendori scintillanti e ombre oscure, una ricerca della verità che sfida le barriere della musica e dell'identità, invitando a una riscoperta che va oltre la pura celebrità.