Videodrome (1983)

Nel torbido mondo delle trasmissioni televisive, Max Renn, presidente di un'umile stazione UHF, è sempre a caccia di contenuti scandalosi e di tendenza per la sua programmazione, dominata da spettacoli che spaziano tra il pornografico e il violento. La sopravvivenza del suo canale Civic-TV si nutre di queste oscure delizie, benché in pubblico Max si guardi bene dal confessare il suo macabro interesse. La scoperta di "Videodrome", uno show pirata senza trama, soltanto un susseguirsi di torture e omicidi dalla dubbia autenticità, lo catapulta in un abisso di pulsioni primordiali e nebulose cospirazioni. La morbosa curiosità di Max lo spinge verso la ricerca ossessiva dei produttori di "Videodrome", convinto di aver trovato la nuova miniera d'oro per il suo canale. La sua sete di successo lo avvicina pericolosamente a un intrigo globale che rischia di inghiottire anche la sua ragazza, Nicki Brand, personalità radiofonica dal gusto per l'autodistruzione sessuale e ospite regolare nei suoi oscuri show. Con il mondo di O'Blivion, un profeta della video-era che prevede un futuro dominato dall’assimilazione tra realtà e trasmissioni video, a fare da sinistro sfondo, Max si trova a navigare tra le avvertenze e le tentazioni, mentre "Videodrome" si rivela essere qualcosa di molto più perturbante di un semplice programma televisivo. La linea tra l'illusione seducente delle immagini e una minacciosa verità si assottiglia, e Max dovrà confrontarsi con le conseguenze di un'ossessione che potrebbe essere l'ultimo passo verso una distopia mediatica profetizzata.