I banditi di Jan (2020)

1747. Dopo un periodo traumatico di servizio come mercenario sul fronte della Slesia, Jan diserta dall'esercito austriaco. Indigente ed esausto, torna a casa, nella regione fiamminga di Aalst. Con sua grande sorpresa, tutto è cambiato in modo irriconoscibile. Il suo villaggio è stato trasformato in un accampamento dell'esercito francese. La sua famiglia e i suoi amici sono stati messi al bando e banditi nella foresta di Kluisbossen. Jan si unisce alla sgangherata banda di rapinatori guidata dal fratellastro Tincke. Ma in un paese che soffre sotto il giogo della povertà e dello sfruttamento, non c'è quasi più nulla che valga la pena di prendere. Commosso da queste dure condizioni di vita, Jan riesce a convincere Tincke a vedere il quadro generale. Invece di rubare gli uni agli altri, dovrebbero derubare chi ha davvero i soldi: i ricchi e i collaborazionisti che frequentano gli occupanti francesi. Le idee di John iniziano a risuonare e quando una diligenza viene razziata con successo, il gruppo di furfanti si trasforma in una vera e propria banda. La decisione di dividere il bottino con i più poveri tra i poveri li rende popolari e il loro motto, "Voor gene chanterik peu" (non ho paura di nessuno), si diffonde a macchia d'olio in tutto il paese. Quando le autorità se ne accorgono, l'ambiziosa guardia cittadina Baru dichiara guerra a Jan e alla sua banda. Grazie al suo lavoro di polizia, Baru riesce a infiltrarsi nella banda e a catturare John. Durante la prigionia, la popolarità di John non fa che aumentare. La banda è in cerca di vendetta e farà di tutto per liberare Jan: è l'inizio di una guerra che sfocia in una vera e propria rivoluzione. Jan de Lichte diventa un eroe popolare mitico. Anche dopo la sua pubblica esecuzione, alcuni credono che Jan sia ancora vivo. Potrebbe essere vero e il suo esempio potrebbe fornire l'ispirazione per rovesciare un Ancien Regime vecchio di mille anni?