Divorzio all'italiana (1961)

Nell'abbraccio caldo e seducente della Sicilia degli anni '60, il Barone Ferdinando "Fefé" Cefalù, stanco della monotonia aristocratica, si lascia catturare da una passione proibita. I suoi occhi non brillano più per la moglie fedele, Rosalia, ma si accendono per la giovane e affascinante cugina Angela, che trascorre le sue estati nello stesso palazzo nobiliare. In un'Italia che ancora proibisce il divorzio, Fefé cova un piano oscuro e audace per sganciarsi dalle catene di un matrimonio senza amore. Con la disperazione di chi desidera ardente sposare Angela, Fefé mira a sfruttare un'insolita fessura nel sistema legale italiano: una sentenza mite per l'uomo che commettesse omicidio in nome dell'onore, in particolare se trovasse la propria moglie in flagranza con un altro. Così, si lancia in una missione contorta per orchestrare l'infedeltà della moglie, nella speranza di sorprenderla sul fatto e di rispondere al tradimento con una vendetta mortale. Per compiere il suo piano, Fefé ingaggia i servigi di Carmelo Patané, pittore di fama e vecchia conoscenza di Rosalia, per sedurla. Ma l'ostinata devozione di Rosalia si rivela un muro più solido di quanto Fefé avesse previsto. Tuffandosi in questo pericoloso gioco di inganni e manipolazioni, si troverà ad affrontare un crescente intreccio di sfide impreviste. "Divorzio all'italiana" è una trama avvincente che si dipana attraverso amore, disperazione e fino a che punto può spingersi un uomo di fronte all'impossibilità del divorzio in una società tradizionale. Con un umorismo nero e tagliente, il film si muove tra l'onore, la passione e la legge, tenendo lo spettatore incollato allo schermo fino all'inaspettato epilogo.