8½ (1963)

Intrappolato in una spirale di incertezza creativa e tormenti personali, il regista Guido Anselmi si trova a navigare le acque tempestose dell'esistenza e della propria psiche. Tra le pressanti richieste di un mondo cinematografico che non concede tregua e la ricerca di un'ispirazione che sembra dileguarsi come fumo, Anselmi si dibatte in una crisi professionale che rispecchia il caos del suo universo emotivo. Le donne della sua vita – la moglie dal cuore tradito, la distante amante, le figure del passato che riecheggiano nella memoria – danzano in un valzer di ricordi e sogni che si confondono con la realtà, in un gioco di specchi che riflette le diverse sfaccettature dell'animo umano. "8½" di Federico Fellini è un viaggio metaforico nel labirinto della creatività, un'opera autobiografica che si fa esplorazione dell'anima attraverso un intreccio di immagini oniriche e riflessioni amare sul fare cinema. In questa celebrazione visiva del dubbio e della passione artistica, lo spettatore è invitato a perdersi nei meandri della mente di un creatore in cerca del suo capolavoro mancante.