Le mele di Adamo (2005)

In un angolo di Danimarca, avvolto da una serenità quasi incantata, si staglia una chiesetta di campagna, custodita da un parroco tanto eccentrico quanto inossidabile nel suo ottimismo. Ivan è il suo nome, un sacerdote che si attrezza ogni giorno le lenti color rosa con cui osservare il mondo, ignorando la crudezza dei fatti e impegnato in una sua personale guerra contro il diavolo. È sotto l'ombra di un rigoglioso melo, che si erge nel giardino della chiesa, che Ivan accoglie i parrocchiani più insoliti: i detenuti in libertà vigilata. Sul palcoscenico di questa commedia umana, irrompe Adam, un neo-nazista di stazza imponente e sguardo severo, costretto a trascorrere 12 settimane in questo insolito eremo. Ma al cospetto dell'inalterabile positività di Ivan, Adam si ritrova prima perplesso, poi esasperato al punto da giurare di spezzare quella fede indomabile. La sfida si concretizza in un intento paradossalmente semplice ma densamente simbolico: la preparazione di una torta di mele. Tuttavia, il melo – che dovrebbe fornire il frutto essenziale per tale impresa – diventa teatro di una serie di disastri tanto improbabili quanto esilaranti: assalti di corvi, invasioni di vermi, e persino un fulmine che ne decreta la sorte. Attraverso il prisma del Libro di Giobbe, Adam trova una comprensione contorta della sua situazione, mentre i suoi compari, con la loro rozza ingenuità, tessono le fila per un epilogo del tutto inatteso. "Le mele di Adamo" è un intreccio di resilienza e redenzione, in cui la fede viene messa alla prova, la speranza sfidata e lo spirito umano trionfa attraverso le prove più assurde. Un film che, invitando al sorriso, si insinua nelle pieghe più profonde della condizione umana e invita lo spettatore a una riflessione sull'inesauribile potenza della speranza e sulla bizzarra bellezza del vivere.