Alligator (1980)

Nei meandri oscuri di una metropoli in fermento, un destino inaspettato attende un piccolo alligatore di nome Ramon. Abbandonato nelle oscure profondità delle fogne da un padre sopraffatto dal timore degli animali, Ramon lascia dietro di sé il cuore spezzato della giovane padroncina che lo aveva adottato con amore. Catapultato in un dedalo umido e tenebroso, il suo viaggio prende una piega mostruosa. Isolato e privo di affetto, Ramon trova sostentamento nei resti di animali da laboratorio gettati nelle acque fognarie, vittime di sperimentazioni ormonali e di pozioni anabolizzanti dalle dubbia etica. In dodici anni di solitudine e oscurità, quel che era un piccolo e innocuo alligatore si trasforma in una creatura immensa e spaventosa, plasmato dal potente effetto degli ormoni che ne alterano la crescita. La sua pelle si indurisce in una corazza inespugnabile, gli occhi si fanno sguardo da predatore, e la fame si tramuta in un'insaziabile voracità che lo spinge oltre i limiti del suo rifugio sotterraneo. Mentre la curiosità di Ramon per il mondo esterno si acuisce, cresce anche il suo appetito per una preda più grande: l'uomo. La conseguenza è un regno di terrore che si abbatte sulla città, con Ramon che si ciba di ignari operai delle fogne e cittadini, la sua presenza una minaccia silenziosa che si insinua sotto la superficie urbana. "Alligator" mescola l'adrenalina del genere horror con una riflessione ecologica e sociale, costringendo lo spettatore a indagare chi sia il vero mostro: l'alligatore trasfigurato da circostanze crudeli o la società che l'ha condannato a diventare tale. Un'avventura emozionante che si muove tra le ombre di una realtà troppo spesso ignorata, invitando a uno sguardo più profondo sulle conseguenze delle azioni umane.