La ragazza d'autunno (2019)

Sulle rovine di una Leningrado lacerata dalla guerra, nel gelido respiro dell'Europa del dopoguerra, due giovani donne cercano di ritrovare se stesse e i frammenti di una vita da ricostruire. Iya, infermiera alta e slanciata soprannominata "Beanpole" per la sua statura, si muove come un fantasma tra le macerie della città e i corridoi di un ospedale per veterani, portando sulle spalle il peso di un trauma che le stringe la gola con impetuose crisi di postumi da stress. La sua esistenza solitaria, scandita dal suono sordo del dolore taciuto, viene interrotta dall'inaspettato ritorno di Masha, l'unica amica e compagna d'armi, un'anima altrettanto scossa dagli orrori del fronte. Il loro incontro è un riflesso della guerra che, sebbene il nemico si sia ritirato, continua a risuonare assordante nei loro cuori infranti. Tra le ombre di una città fantasma e la ricerca di nuovi inizi, "La ragazza d'autunno" si dipana come un intimo viaggio emotivo, un percorso di resilienza e rinascita per Iya e Masha. La loro amicizia diventa un'ancora di salvezza, una scintilla di vita in un'oscurità pervasiva, un delicato inno alla forza incrollabile dello spirito umano. Il regista Kantemir Balagov, già acclamato per "TESNOTA", con "La ragazza d'autunno" ci offre un dramma epocale poderoso, sottolineando l'irriducibile potenza dell'amicizia e il bisogno di affrontare i fantasmi del passato per poter guarire. Nella struggente tessitura di questo affresco post-bellico, il pubblico è invitato a interrogarsi: è possibile sanare le ferite invisibili lasciate dalla pace? Nel cammino tortuoso di Iya e Masha, si scopre che la guarigione si nasconde spesso nei paesaggi più inaspettati.