Caccia selvaggia (1981)

Nelle selvagge ed innevate terre del Canada del 1931, la figura solitaria di Albert Johnson emerge dall'ombra dei ghiacci - un trapper, un cacciatore di pellicce, rozzo e autosufficiente, che ha fatto della severa regione vicino al fiume Yukon la sua casa. Taciturno ma deciso, Johnson si addentra in città per i rifornimenti e si imbatte in una cruenta lotta tra cani. Mosso da un senso di giustizia profondamente radicato, interviene per salvare uno dei combattenti, un cane ferito a morte, comprandolo per 200 dollari nonostante le vibranti proteste di Hasel, il suo crudele proprietario. L'atto di compassione di Johnson si trasforma in ostilità quando Hasel, umiliato e assetato di vendetta, lo accusa falsamente di omicidio, chiedendo il suo arresto. Il Sergente Edgar Millen della Royal Canadian Mounted Police, un uomo dalla ferma risolutezza e indurito dalla legge, si ritrova così costretto a prendere una decisione difficile. Sebbene comprenda le ragioni di Johnson, deve organizzare una posse armata per assediare l'uomo nella sua dimora isolata. Intransigente nella difesa della sua libertà, Johnson decide di resistere, dando vita a un avvincente inseguimento tra i monti innevati. Mentre cerca di raggiungere il rifugio dei confini con l'Alaska, la posse non desiste dal suo implacabile inseguimento, spinta da sete di vendetta. Sotto un cielo che congela il respiro, la domanda sospesa nell'aria fredda è una sola: può finire questo ciclo di violenza, o sarà la selvaggia natura canadese a farsi testimone delle eco di colpi di fucile e di un'inesorabile retribuzione?