La foresta di smeraldo (1985)

Nel cuore vibrante dell'Amazzonia, l'ingegnere americano Bill Markham, interpretato da Powers Boothe, si immerge nello sviluppo di un'imponente diga, portando con sé la propria famiglia in questo angolo selvaggio e maestoso del mondo. Il sogno di progresso sfuma in tragedia quando il loro giovane figlio Tommy, interpretato da Charlie Boorman, viene rapito dalla misteriosa tribù dei Popoli Invisibili, scomparendo tra le pieghe insondabili della foresta. Cresciuto come uno di loro, Tommy si fonde con l'anima della giungla, divenendo parte del suo battito selvaggio. Intanto, Bill si ritrova prigioniero di una ricerca decennale, con il cuore trafitto dal dolore per la perdita del figlio e l'infaticabile speranza che lo guida attraverso l'intricato labirinto verde. Quando finalmente avviene il tanto agognato incontro tra padre e figlio, l'emozione è palpabile ma intrisa di conflitto. Tommy, ormai indigeno a tutti gli effetti, vacilla di fronte all'idea di abbandonare la sua nuova famiglia per un mondo che non riconosce più come proprio. La foresta, con le sue leggi ancestrali e la sua bellezza indomita, rappresenta l'unica casa che egli ricorda. Ma la tranquillità di questo paradiso terrestre viene frantumata quando Kachiri, l'amata di Tommy, e le donne della tribù vengono rapite da un'organizzazione di trafficanti di schiavi, destinate a un bordello nascosto nelle viscere della foresta. Tommy si ritrova catapultato nell'ingarbugliata giungla urbana, cercando il padre da cui si era separato per chiedere aiuto. "La foresta di smeraldo" è una storia avvincente di legami familiari, sopravvivenza e scontro tra civiltà, ispirata a fatti realmente accaduti. Un viaggio attraverso l'amore e il coraggio, dove l'istinto primordiale incontra il mondo artificiale, catturando lo spettatore nella dicotomia di due realtà diametralmente opposte.