Sono affari di famiglia (1989)

In "Sono affari di famiglia", il dramma familiare si intreccia con l'adrenalina del crimine nelle vie asfaltate di una metropoli che non dorme mai. Jesse è un criminale veterano, la cui vita è stata segnata da sbarre e sotterfugi, una danza pericolosa con il destino che sembra non avere fine. Suo figlio Vito, al contrario, ha infranto la catena delle cattive abitudini e intrapreso il sentiero della rettitudine, tentando di lasciarsi alle spalle l'ombra di un passato losco. La speranza di entrambi si cristallizza in Adam, figlio di Vito e nipote di Jesse: un ragazzo dal futuro brillante, affascinante e, soprattutto, senza macchia. Ma quando Adam, spinto da un'ambizione insospettata, propone un colpo audace, il vecchio Jesse non può far altro che essere attratto dalla sfida, anche se questo significa risvegliare istinti che credeva sepolti. L'innesco della vicenda è un ex professore che seduce intellettualmente Adam con la prospettiva di un bottino milionario: sottrarre un prezioso plasma da un laboratorio blindato, un'impresa che sfida la fantasia. Adam, in cerca di guida, si rivolge al nonno, esperto navigatore dei mari del crimine. La sfida diventa ancor più ardua quando si tratta di convincere Vito, il padre di Adam, a rinnegare la sua vita onesta e riabbracciare il brivido del pericolo per completare il terzetto. "Sono affari di famiglia" è un viaggio avvincente attraverso dilemmi morali e legami di sangue, una riflessione su come l'amore e la fedeltà possano mantenere un equilibrio precario con la legge. Il film pone una domanda ai suoi spettatori: è possibile per una famiglia sfuggire alla propria storia criminale o è inevitabile che venga risucchiata nuovamente nelle ombre da cui ha cercato di fuggire?