For All Mankind (1989)

Unendo il respiro epico delle parole del Presidente Kennedy con l'intimità di un'odissea umana senza precedenti, "For All Mankind" invita lo spettatore a salire a bordo di una navicella diretta verso l'inconcepibile: il suolo lunare. Iniziando con l'ambizioso discorso del 1962 a Rice University, il film atterra direttamente nel cuore pulsante del controllo missione della NASA, per poi catapultarci verso l'infinito cosmo. Ecco che si spalancano davanti ai nostri occhi le immagini incantevoli del decollo, la Terra che si allontana come in un sogno, e il ritmo solenne dell'orbitare intorno alla luna. Ma "For All Mankind" non è solo l'esaltazione tecnologica di queste imprese; è soprattutto un ritratto delicato e umano di coloro che hanno reso possibile il sogno di millenni. Viaggiando attraverso sei milioni di piedi di pellicola originale della NASA, il regista Al Reinert sceglie di tessere la sua storia attraverso le voci autentiche degli astronauti Apollo, raccontando l'esperienza lunare con le loro stesse parole, dalla preparazione rituale nelle tute spaziali alla brezza leggera del rientro in atmosfera. Tra momenti di stupore scientifico, che vedono gli astronauti verificare teorie galileiane in un campo stellare, e pause di spensieratezza, con aggiornamenti calcistici e melodie fluttuanti nello spazio, il film ci immerge nell'immenso stupore di un'esperienza che trascende la scienza per toccare il cuore dell'esistenza umana. La narrazione è accompagnata dalla partitura evocativa di Brian Eno, che avvolge il racconto con melodie che suggeriscono la strana bellezza di ciò che gli astronauti hanno vissuto. "For All Mankind" non si limita a documentare un evento storico, ma celebra lo spirito umano che, per la prima volta nella storia, ha osato oltrepassare i confini del nostro pianeta, per tutti noi, per tutto il genere umano.