Giovanna d'Arco (1900)

Miracolosamente recuperata nel 1982, questa grandiosa epopea cinematografica colorata a mano in dodici superbi tableaux statici segna il secondo trionfo cinematografico del grande Georges Méliès dopo il suo classico adattamento fiabesco di Cendrillon (1899). Sebbene la scena introduttiva, che presenta la giovane Giovanna come un'umile fanciulla contadina, sia andata perduta per sempre, il film riesce comunque a ritrarre Giovanna d'Arco come una santa e un eroe nazionale francese, grazie all'uso di lunghe inquadrature teatrali, di medie inquadrature sperimentali dove si svolge l'azione e di dissolvenze graduali. Iniziando con la serafica visita dell'Arcangelo Michele, di Santa Margherita e di Santa Caterina, la tredicenne Giovanna accetta la chiamata divina alle armi contro il volere dei genitori, varcando con coraggio i cancelli di ferro di Vaucouleur e convincendo il capitano Robert de Baudricourt a concederle il permesso di guidare un esercito. Poi, mentre Carlo VII viene incoronato re di Francia nella magnifica cattedrale di Reims dopo la vittoria decisiva a Orléans, segue il brutale assedio di Compiègne e la campagna finale di Giovanna, dove il carismatico comandante cade nelle mani dei Borgognoni, il 23 maggio 1430. Ma nella sua umida cella tornano le visioni angeliche: il potente guardiano celeste, San Michele, ricorda a Giovanna il suo destino, ispirando la diciannovenne a rifiutarsi di firmare una ritrattazione. Condannata come eretica dal vescovo di Beauvais, Pierre Cauchon, Giovanna viene bruciata sul rogo nella vivace piazza del mercato di Rouen il 30 maggio 1431, con una gloriosa scena di apoteosi in cui la nobile martire ascende al cielo, accolta da Dio e da tutti i santi.