Mammina cara (1981)

Nel luccicante mondo di Hollywood degli anni '40, si srotola il tragico affresco familiare di "Mamma Cara", un viaggio commovente attraverso la tumultuosa relazione tra la leggendaria diva dello schermo Joan Crawford e la sua figlia adottiva Christina. Vista attraverso gli occhi pieni di speranza e poi disillusi di Christina, la vicenda svela un intreccio di affetto e crudeltà, dove il desiderio materno e le asprezze dell'ambizione si scontrano in un duello senza vincitori. Joan Crawford, storica icona incapace di avere figli e due volte divorziata, si avventura al di fuori dei canali adottivi convenzionali con l'aiuto del suo amante, legale della Metro-Goldwyn-Mayer, per accogliere Christina, la prima di quattro adozioni. L'attrice, segnata da un passato di difficoltà, è fermamente decisa a forgiare i suoi figli attraverso la resilienza, ma finisce per creare un universo dove il lusso si trasforma in tormento e Christina diventa più rivale che discendente. Nella loro sontuosa dimora di Brentwood, Joan alterna gesti di tenerezza a epifanie di crudeltà, in una performance materna macchiata dall'instabilità della sua carriera, dall'egocentrismo del palcoscenico e da una crescente dipendenza dall'alcol. Christina, intrappolata in questo campo di battaglia emotivo, si dibatte tra il rancore e il bisogno inestinguibile di amore materno, mentre suo fratello Christopher condivide in silenzio il fardello di un'infanzia segnata dalla tempesta. Il film, che trae ispirazione dall'autobiografia di Christina Crawford, si spoglia della patina scintillante di Hollywood e si addentra con cruda autenticità nell'analisi di una relazione madre-figlia segnata dall'ambizione, dall'addizione e dalla spietata pressione della fama. "Mammina Cara" è un ritratto che invita lo spettatore a scrutare oltre il sipario dorato della celebrità, per scoprire il cuore oscuro di una famiglia dove le luci della ribalta si mescolano alle ombre di una realtà dolorosamente privata.