Spider (2002)

Nel cuore della Gran Bretagna, incontriamo Dennis Clegg, noto come "Spider", un uomo che intreccia i fili della sua realtà e dell'immaginazione dopo essere stato rilasciato da un ospedale psichiatrico. Anni di lotta contro una schizofrenia acuta hanno reso la sua mente un dedalo inestricabile, risonante delle storie incantate che sua madre gli narrava da bambino, storie che lo hanno reso affascinato dalle ragnatele e dal loro delicato tessuto. Giunto alla soglia dei trent'anni, Spider si ritrova in una casa di accoglienza per pazienti psichiatrici, sotto le cure della burbera signora Wilkinson. Sebbene sembri ancora avvolto in uno stato catatonico, l'ossessione di Spider per le ragnatele perdura e si specchia nei complicati grovigli della sua psiche tormentata. I suoi pensieri, silenziosi e invisibili agli altri, vorticano indietro nel tempo, riannodando i fili di un passato familiare distorto. I ricordi di Spider si sviluppano come uno spettacolo di cui egli stesso è spettatore impotente. La sua infanzia, le dinamiche sessuali tra i genitori, e l'immagine idealizzata e sensualizzata della madre si sovrappongono e si confondono, conducendolo ai confini di una realtà sempre più labile. Questa esternalizzazione si estende alle donne che incontra, come Yvonne, figura femminile che frequenta la stessa osteria del padre e che, nella mente di Spider, si fonde con l'immagine materna. "Spider" è un viaggio inquietante nei meandri di una mente sull'orlo della follia; un racconto intenso che invita lo spettatore a vivere il disorientamento di un uomo che cerca disperatamente di districare le ragnatele del suo passato mentre tenta di tessere il proprio posto nel presente.