Rapina a Stoccolma (2019)

Nelle strade di una Stoccolma avvolta nella quiete del 1973, la tranquillità della Kreditbanken viene spezzata dall'irruzione di un solitario e armato rapinatore, scambiato inizialmente per il celebre criminale americano Kaj Hansson. "Rapina a Stoccolma" si avventura nel seguito di eventi surreali che hanno portato alla nascita di un curioso fenomeno psicologico: la Sindrome di Stoccolma, dove vittime di un assedio sviluppano un'insolita affinità con il proprio aguzzino. Il racconto ci introduce alle audaci richieste del rapinatore: un milione di dollari, la liberazione del famigerato bandito Gunnar Sorensson e una fuga a bordo di una Mustang Boss 302, la stessa guidata da Steve McQueen in "Bullitt". Un intrigo si snoda sullo sfondo: il Capo della Polizia Mattsson tessendo un accordo segreto con Sorensson, e tre ostaggi rimasti nella banca, tra cui spicca la perspicace Bianca Lind, impiegata della banca, moglie e madre. Con uno sguardo acuto, Bianca scopre la vera identità del rapinatore: non si tratta di Hansson, bensì di Lars Nystrom, un criminale dal passato contraddittorio, noto per un'insolita umanità verso i suoi ostaggi. Il destino di Sorensson, l'evoluzione del rapporto di fiducia di Bianca nei confronti di Nystrom, e le azioni controverse di Mattsson e del Primo Ministro Olof Palme si intrecciano in una narrazione avvincente. La crescente convinzione di Bianca che la sua sicurezza sia nelle mani del rapitore piuttosto che delle autorità innesca un paradosso che alimenta il culmine della storia. "Rapina a Stoccolma" è un viaggio attraverso un labirinto di tensione, fiducia e apprensione, che dipinge un ritratto indimenticabile della psiche umana in situazioni estreme.