La sottile linea blu (1988)

In una notte di ordinaria routine in una strada della contea di Dallas, un semplice controllo di traffico si trasforma in una scena da incubo: l'agente Robert Wood viene freddato con due colpi di pistola. La sua partner, incapace di vedere il conducente, risponde al fuoco mentre l'auto del killer si dilegua nella notte, lasciando dietro di sé una scia di interrogativi e un mistero fitto. "La sottile linea blu" di Errol Morris è un viaggio nel cuore oscuro della giustizia americana, che ci porta a esaminare le pieghe di un caso di omicidio risalente al 1976. Il protagonista involontario è Randall Adams, un vagabondo di 27 anni il cui destino si intreccia fatalmente con quello di David Harris, un adolescente in fuga dalla propria vita. Un incontro casuale, una serata a base di alcol e marijuana, e il giorno dopo la tragedia è servita. Ma chi è il vero assassino? La versione degli eventi di Adams e quella di Harris si dividono drammaticamente: il primo afferma di aver passato la notte in motel, mentre il secondo dipinge un quadro in cui Adams è responsabile della morte dell'agente durante un controllo. Con una serie di interviste accattivanti e ricostruzioni evocative, Morris smonta pezzo per pezzo la prova circostanziale e la narrazione ufficiale, mettendo in luce la debolezza delle prove e la pressione delle forze dell'ordine per trovare un colpevole a tutti i costi. È possibile che il vero colpevole sia Harris, troppo giovane per la pena capitale ma già intrappolato in una spirale di crimini che lo porteranno comunque al braccio della morte? Tra giochi di potere, sete di giustizia e verità elusive, "La sottile linea blu" sfida lo spettatore a mettere in discussione la realtà presentata, offrendo uno sguardo penetrante e inquietante su un sistema giudiziario imperfetto e su un possibile capro espiatorio dietro le sbarre. Una storia avvincente che invita a riflettere sulla fragilità della linea che separa la libertà dall'ergastolo, la giustizia dall'errore giudiziario.