Jeremiah (2002)

In un futuro distopico funestato da una malattia virulenta che ha decimato l'umanità, il destino ha risparmiato solo i più giovani, quei fortunati - o forse sfortunati - che non avevano ancora toccato i confini dell'adolescenza. Ora, quindici anni dopo il cataclisma, quel che resta dell'umanità vaga tra le rovine di un mondo che fu, lacerato dalla disperazione e sull'orlo dell'oblio. L'ombra della civiltà perduta incombe pesante su di loro, mentre si trovano di fronte alla scelta più oscura: cedere al declino ormai sembrato inevitabile, o riunire le forze per ricostruire quello che è stato distrutto, assumendosi la responsabilità del proprio destino e di quello altrui. Tra tali rovine si erge la figura di Jeremiah, un faro di speranza in un mondo avvolto dalle tenebre. Ossessionato dai racconti criptici del padre su un luogo mitologico chiamato Valhalla, Jeremiah intraprende una ricerca che si preannuncia epica, seguendo l'eco di un mondo andato e la promessa di un mondo che potrebbe essere. La sua è una storia di scoperta e sopravvivenza, di conflitto e redenzione, mentre cerca di svelare la verità su Valhalla, un luogo che potrebbe custodire la chiave per la sopravvivenza dell'umanità, o segnare il suo definitivo tramonto. In questa saga post-apocalittica, Jeremiah incarna lo spirito indomito dell'umanità. La sua storia è un inno alla resilienza dell'animo umano, un viaggio straziante attraverso il dolore e un'avventura eccitante nell'ignoto. Troverà Jeremiah il Valhalla e l'umanità potrà rialzarsi dalle sue ceneri? Le risposte si celano tra le macerie del passato e le speranze di un futuro da riscrivere.