Cría cuervos... (1976)

Nelle strade del vecchio Madrid, un silenzioso dramma familiare si dipana attorno a tre giovani sorelle - Irene, Ana e Maite - repentinamente orfane. L'ombra della morte getta le sue ali sul loro futuro, imprigionandole sotto la gelida tutela della zia Paulina e la silente compagnia della nonna menomata e muta. In questo rigido universo, la dolcezza è un lusso raro e la vita sembra sospesa in un limbo di emozioni inespresse. Tra le mura di una casa dove i ricordi echeggiano forti, è attraverso lo sguardo di Ana, la sorella di mezzo, che la storia prende forma. Segnata indelebilmente dall'immagine della madre spirante e dalla visione del padre Anselmo, militare di carriera, trovato senza vita nel suo letto, Ana si trasforma in un'inesorabile osservatrice del mondo che la circonda. La sua giovane mente, contornata dal lutto, sviluppa una fascinazione cupa per il concetto di morte, che diviene quasi un gioco macabro da esplorare con innocente curiosità. "Cria cuervos..." intreccia il presente di Ana con i fili della memoria e le ombre del domani, lasciando che la realtà e l'immaginazione si confondano in un delicato gioco di specchi. La piccola protagonista cerca conforto in conversazioni immaginarie con la madre defunta, mentre il pubblico è invitato a seguire il suo percorso emotivo attraverso flashbacks che rivelano l'intensità del suo dolore e flash-forwards che svelano sprazzi di un possibile avvenire. Attraverso la lente della sua malinconica ossessione, "Cria cuervos..." è un viaggio toccante nell'animo umano, che esplora con poesia visiva la forza e la resilienza necessarie per attraversare le più dure prove della vita. Un film che, delicatamente, invita a riflettere sull'ineluttabile incontro con il destino e sulla capacità dell'essere umano di trovare la luce anche nell'oscurità più profonda.