Devdas (2002)

Nel rigoglioso villaggio di Taj Sonapur, sorge una storia d'amore destinata a sfidare il tempo e le convenzioni sociali. Devdas, erede della ricca famiglia Mukherjee, e Paro, la sua amica d'infanzia, intrecciano un legame indissolubile che fiorisce in un amore tacito ma profondo. Lontani dagli occhi del mondo, i loro cuori battono all'unisono, ignari delle complicazioni che li attendono. La loro idillio si spezza quando Devdas è mandato a Londra per studiare, lasciando Paro a custodire la speranza del suo ritorno, simboleggiata da una fioca luce di una diya. Gli anni passano, ma il sentimento che li lega diventa solo più forte. Al ritorno di Devdas, la bellezza di Paro lo colpisce come un fulmine a ciel sereno, ma il destino ha in serbo prove ancora più difficili. La proposta di matrimonio tra Devdas e Paro si scontra con l'arroganza e il disprezzo legati al rigido sistema di caste, aprendo una voragine tra le due famiglie. In un momento di disperazione, Devdas compie un gesto di cui si pentirà amaramente: invia a Paro una lettera che la invita a dimenticarlo. Quando si rende conto del suo errore, è troppo tardi: Paro, ferita e umiliata, si è ormai legata in un matrimonio senza amore con il ricco e anziano Zamindar Bhuvan. Nel suo cammino di dolore, Devdas si lascia sprofondare nell'alcolismo, trovando conforto nella compagnia dell'affascinante cortigiana Chandramukhi, che si innamora perdutamente di lui. Lei diventa la confidente delle sue pene, testimone di un amore per Paro che rifiuta di morire. Con le vite di Paro e Devdas ormai divergenti, entrambi rimangono intrappolati nei ricordi dell'altro: lei, circondata dal lusso ma prigioniera di un cuore che batte solo per Devdas; lui, amato incondizionatamente da Chandramukhi ma incapace di ricambiare, poiché il suo amore per Paro è eterno e indistruttibile. "Devdas" è una saga struggente di passione, orgoglio e perdita, un melodramma visivamente sontuoso che esplora le dinamiche dell'amore non corrisposto e le barriere sociali che possono sia alimentarlo sia distruggerlo, lasciando nello spettatore un senso di meraviglia e un anelito per il potere salvifico dell'amore vero.