Angeli perduti (1995)

Nel cuore pulsante della notte di Hong Kong, dove i neon accarezzano le ombre della solitudine, "Angeli perduti" ci svela il viaggio emotivo di un killer dalla corazza apparentemente inespugnabile. L'ombra del dubbio si infiltra nella sua esistenza metodica quando decide di affrontare quella che sarà la sua ultima missione. È un percorso inaspettato, che lo porta ad incrociare la fredda distanza della sua partner, suscitando in lui un tumulto di emozioni inaspettate. L'assillo di mescolare il personale con il professionale diventa un combattimento interiore, tanto quanto le sfide fisiche che lo attendono nelle strade inondate di oscurità. Altrove, nel dedalo urbano di vicoli e di storie che solo una città come Hong Kong può celare, una figura enigmatica si muove: una vagabonda, in cerca di un ex-amante sfuggente come un'ombra. La sua ricerca si intreccia con la vita di un muto dalla singolare espressività, il cui cuore spezzato ha trovato consolazione in insolite lattine di ananas scadute. Questo personaggio, dall'insolita verve, si fa strada nella notte, in un tentativo quasi comico di vendere i suoi prodotti invadendo locali chiusi al pubblico. "Angeli perduti" intreccia il destino di queste anime vaganti, tessendo un affresco dove il fato danza al ritmo delle inquietudini umane. Il film esplora i confini sfumati tra affetto e criminalità, parola e silenzio, desiderio e distacco, in un viaggio cinematografico che cattura l'essenza di vite che si sfiorano e si influenzano a vicenda. È un'immersione nell'essere umano, con tutte le sue contraddizioni, ambientata in una città che vive anche quando sembra dormire, dove i sogni si perdono e si riconquistano negli angoli bagnati di luci artificiali.