E Johnny prese il fucile (1971)

Nelle sinistre trincee della Prima Guerra Mondiale, un giovane soldato americano di nome Joe si ritrova al centro di un attacco mortale. Un colpo di mortaio lo colpisce a pochi giorni dalla fine del conflitto, lasciandolo in un esistenza che è un feroce affronto alla vita stessa: Joe sopravvive, ma è ridotto a un guscio umano. Privato di braccia, gambe, occhi, orecchie, bocca e naso, il suo corpo è una prigione dalla quale non può evadere, eppure la sua mente, miracolosamente intatta, lotta per mantenere una presa sulla realtà che lo circonda. Rinchiuso nella sterilità di un letto d'ospedale, Joe si dibatte in un limbo dove i confini tra sogno e veglia sono cancellati. La sua coscienza diventa il palcoscenico di una guerra interiore, un intreccio tra sogni surreali e ricordi laceranti, in cui frammenti di un passato ormai irrecuperabile cercano di dare un senso al suo tragico presente. Il tempo perde significato mentre Joe affronta la frustrazione e la disperazione della sua condizione. Tuttavia, nel cuore del suo isolamento, emerge una scoperta straordinaria: Joe trova un modo per comunicare, una finestra verso il mondo esterno che si spalanca offrendogli un barlume di speranza. "E Johnny prese il fucile" non è solo la cronaca di una tragedia personale nel post-guerra, ma un'intensa indagine sulla resilienza dello spirito umano. Un film che ci interroga sulle conseguenze devastanti della guerra e sulla forza inarrestabile di un uomo che si aggrappa ai resti della sua umanità.