L'eclisse (1962)

All'alba di una Roma che si risveglia lentamente, Vittoria si allontana dall'appartamento di Riccardo, il fidanzato di lunga data. Le parole con cui lo lascia sono semplici e definitive: non lo ama più. La sua è una tempesta emotiva che non riesce a decifrare, un intreccio di sensazioni che le sfuggono alla comprensione. Riccardo, colpito ma rassegnato, accetta il suo addio con il peso del disincanto. Vagando tra le strade pulsanti della capitale, Vittoria cerca conforto nella figura della madre, appassionata speculatrice della Borsa, che trascorre le sue giornate sospesa tra gli alti e bassi del mercato azionario. In questo turbine finanziario, incontra Piero, l'energetico e affascinante broker di sua madre. Spirito libero e ambizioso, Piero incarna il fervore e l'eccitazione tipici dell'ambiente che lo circonda. Tra i frenetici scambi di un giorno di contrattazioni disastrose, scocca fra loro una scintilla inaspettata. Vittoria dapprima resiste al corteggiamento tenace di Piero, ma è innegabile l'attrazione che li lega, un filo invisibile che li attira l'uno verso l'altra nonostante lei tenti di mantenere le distanze. La costanza di Piero, però, sgretola lentamente il muro eretto da Vittoria, che si apre gradualmente alla possibilità di un nuovo inizio. Nel dipanarsi della loro relazione, parole e gesti tesse una danza silenziosa che spesso li porta su sentieri paralleli, rivelando i lati nascosti di se stessi, ma svelando anche l'insidia delle interpretazioni. Lei, la traduttrice distratta, lui, il broker materialista, si ritrovano coinvolti in un legame enigmatico, che si snoda tra le periferie anonime e gli scintillanti saloni della Borsa di Roma. "L'eclisse" dipinge un affresco di amore e distacco, di ricerca inesausta dell'essenza della vita, in un mondo in cui i sentimenti e la realtà spesso si scontrano e rincorrono senza mai veramente incontrarsi.