La Vie En Rose (2007)

In un vortice caleidoscopico di ricordi e melodie, "La Vie en Rose" disegna il ritratto inebriante di Édith Piaf, uno dei simboli incandescenti della canzone francese. Cresciuta tra le ombre di una miseria che sa di spettacolo e sregolatezza – una madre cantante dedita all'alcol, un padre artista circense e una nonna che la accoglie nel suo bordello – la Piccola Passera si libra dalla strada fino alle luci abbaglianti della ribalta. La sua voce, un faro emozionale nel grigio parigino, cattura l'attenzione di un impresario notturno che le prefigura un destino di stelle, ma che presto si spegne in una tragedia. È la musica, tuttavia, a guidarla verso le sale da concerto, sotto l'ala di un mentore che crede in quella voce capace di strappare lacrime e sorrisi. La scalata al successo di Édith è fulminea, ma il prezzo da pagare si rivela altrettanto esoso: alcol, malinconia e relazioni tormentate intonano il sottofondo di una vita estrusa tra gli applausi e le perdite lancinanti. L'amore travolgente per Marcel Cerdan, pugile dal cuore tenero, e il dolore per la perdita del suo unico figlio ricamano una trama di felicità effimere e rimpianti che non troveranno spazio nei suoi indimenticabili versi: "Non, je ne regrette rien". Attraverso un racconto non lineare che danza tra passato e presente, "La Vie en Rose" offre uno squarcio intimo in un'anima tanto fragile quanto magnifica, che sotto i riflettori ha trovato la forza di cantare la sua verità, trasformando ogni cicatrice in una nota del suo inconfondibile repertorio. In questo film, la vita di Édith Piaf non è solo una sequenza di eventi, ma la melodia stessa dell'esistenza, una canzone d'amore e disperazione che continua a risuonare lungo le strade di Parigi e del mondo.