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Poster of Lost in La Mancha

Lost in La Mancha (2002)

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Trama

Intraprendere l'epopea di Don Chisciotte è un sogno per molti, ma per Terry Gilliam diventa un'odissea. "Lost in La Mancha", più che un semplice making-of, è un'avventura appassionante e disastrosa dietro le quinte. Siamo nell'estate del 2000, e Gilliam, celebre per la sua fervida immaginazione, si trova a fronteggiare un mondo tanto crudele quanto il cavaliere della Mancia contro i mulini a vento. Con un budget decurtato – da 40 a 32 milioni di dollari – ma ancora imponente per gli standard europei, Gilliam si tuffa nell'ambiziosa trasposizione cinematografica del classico immortale di Cervantes, "Il cavaliere errante Don Chisciotte". Con la riduzione di fondi, ogni minimo errore potrebbe rivelarsi fatale, e il regista deve fare affidamento su una troupe tanto devota quanto abile nel compiere veri e propri miracoli. Tuttavia, non appena le riprese prendono il via, una serie di inaspettati intoppi si abbatte sulla produzione. Problemi di salute degli attori, dilemmi contrattuali, complicazioni legate agli studi e alle location, fino all'ira incontrollabile della natura: tutto sembra congiurarsi per mandare all'aria il progetto di Gilliam. "Lost in La Mancha" si rivela un testamento dello spirito creativo indomito, un racconto di resistenza artistica agli ineluttabili limiti della realtà. Con Gilliam in bilico sull'orlo del disastro, il pubblico si chiede se il regista abbia un piano alternativo in serbo, o se, come il suo eroe Chisciotte, resterà perduto nella sua propria Mancha, incapace di distinguere i sogni dalla realtà. Un documentario che trascina lo spettatore nel cuore di una battaglia epica tra ideale artistico e crudele pragmatismo.