Magic (1978)

Nel torbido confine tra illusione e realtà si staglia la figura di Corky (Sir Anthony Hopkins), un assistente di mago in difficoltà che si imbatte nel biglietto della fama: un manichino ventriloquo di nome "Fats". Dopo un disastroso debutto da solista, la carriera di Corky prende una svolta inaspettata grazie alla sinergia con il suo insolito compagno. Insieme raggiungono l'apice della celebrità, incantando il pubblico con esibizioni che sconfina nel perturbante. Ma sotto il luccichio delle luci della ribalta, si consuma un intrigo tenebroso. Con l'ascesa di Corky, Fats sembra prendere vita, evolvendosi in una presenza inquietante con una propria mente contorta. Il manichino, da innocuo strumento di intrattenimento, si trasforma in un'entità malevola che lotta per dominare il suo creatore in un gioco di potere allucinante. Alla ricerca di un rifugio dalla pressante presenza del pupazzo e dalle estenuanti richieste della fama, Corky si ritira in un remoto rifugio montano, gestito dalla sua dolce metà dei tempi del liceo, Peggy (Ann-Margret). Mentre cerca di ricomporre una nuova vita lontano dai riflettori, scopre che i legami che lo vincolano a Fats non sono così facili da recidere. In "Magic" (1978), il palcoscenico diventa teatro di un inquietante gioco del gatto col topo, in cui il burattinaio si trasforma in burattino e l'uomo che un tempo insufflava vita in un pupazzo di legno ora è soggiogato ai capricci sinistri della sua creatura. Mentre il passato e il presente di Corky si intrecciano in modo sempre più oscuro, la linea tra sanità mentale e follia diventa sempre più sfumata, lasciando gli spettatori sospesi in un abisso di domande, a indagare cosa sia reale e cosa sia semplicemente... magia.