Mosca a New York (1984)

Nella cornice scintillante di un circo moscovita, Vladimir Ivanoff soffia la vita nel suo sassofono, trovando pace nei semplici ritmi della vita sovietica, nonostante le lunghe file per necessità quotidiane come carta igienica e scarpe di misura sbagliata. Il suo mondo, costellato di performance mozzafiato, è il contrappunto alla frustrazione del suo migliore amico Anatoly, un clown che sogna di sfuggire alle grigie catene dell'Unione Sovietica. Quando il circo solleva il tendone per una tournée a New York, il piano di Anatoly di disertare diventa un segreto di Pulcinella, e Vladimir si ritrova incaricato dai suoi sorveglianti del KGB di vigilare sul fedifrago compagno. Ma nell'effervescente caos di Bloomingdales, è Vladimir, inaspettatamente, a cogliere un'occasione irripetibile e a compiere il grande salto verso la libertà, lasciandosi alle spalle la sua vita precedente e tutto ciò che conosceva. La Grande Mela accoglie Vladimir in un abbraccio di diversità e speranze. Il calore di un guardiano del luogo e il fascino di una ragazza italiana dietro al banco dei profumi tessono i primi fili della sua nuova vita. Mosca a New York si snoda attraverso il sogno americano di Vladimir, mentre si destreggia tra le complessità dell'assimilazione culturale e l'ambizione di affermarsi come musicista in una città che palpita di storie di immigrati, ognuno con il proprio sogno nel cassetto. Il film è un'indagine toccante sull'identità, l'amicizia e l'inestricabile tessuto del sogno americano, un'amara dolce sinfonia che ricorda che la libertà e il compimento personale possono talvolta danzare al ritmo di melodie discordanti.