Rashomon (1950)

Sotto l'implacabile scroscio di un temporale, presso l'antica e decadente porta di Rashomon, si intrecciano le vite di tre individui: un prete, un taglialegna e un villano. Ognuno di loro porta il peso di un inquietante mistero, la morte di un samurai, che tinge di ombre l'umanità e la verità stessa. Le loro versioni del tragico evento, emerse durante un'indagine giudiziaria, sono tanto discordanti quanto sconcertanti. Il celebre bandito Tajomaru, trascinato davanti alla giustizia, narra di un duello fatale con il samurai, mentre la disperata moglie dell'uomo caduto presenta una storia di tradimento e disonore che la porta sull'orlo di un atto estremo. In un turbinio di colpe e rivelazioni, persino l'anima del defunto samurai si fa voce attraverso una medium, dipingendo un quadro ancora più intricato di passioni e inganni. Ma la verità è un mosaico dalle tessere sfuggenti, e persino il taglialegna, testimone silenzioso, cela dietro i propri occhi una versione alternativa degli eventi, che aggiunge un ulteriore strato di ambiguità alla già opaca vicenda. Il cinico villano ascolta, scrutando le pieghe delle loro narrazioni e trovando in esse il riflesso della sua visione amara del mondo. Mentre i racconti si svolgono, quasi teatrali, nella penombra della porta di Rashomon, i protagonisti si trovano a confrontarsi con la labilità della verità e con la propria umanità. Sarà forse la scoperta inaspettata a portarli verso una comprensione più profonda? "Rashomon" è una sfida affascinante alla percezione dello spettatore, un labirinto di realtà e menzogne dove l'essenza stessa del bene e del male viene messa in discussione.