Preferisco l'ascensore (1923)

Nel fervore degli anni '20, il giovane e ingenuo Harold lascia la tranquillità della sua cittadina, Great Bend, per cercare fortuna nella frenetica metropoli. Con promesse d'amore e velleità di successo, giura alla dolce Mildred che la sposerà appena "avrà fatto strada". La realtà della città si rivela ben presto un groviglio di sfide e disavventure. Harold, affiancato dal fedele amico "Zoppo" Bill, si cimenta nella vita urbana condividendo non solo un tetto, ma anche il duro confronto con le ambizioni e le illusioni. Ingaggiato come commesso nel rinomato grande magazzino De Vore, Harold cerca di mantenere a galla il suo lavoro, malcelando il divario tra le sue vere condizioni e le fantastiche avventure che racconta nelle lettere a Mildred, dipingendosi come manager del negozio. Una bugia innocua, fino a quando la stessa Mildred, spinta dalla madre, non decide di fargli una visita improvvisa, obbligando Harold a trasformare la finzione in realtà. Nel frattempo, un innocente scherzo ordito ai danni di un vecchio conoscente ora in divisa si trasforma in un rocambolesco inseguimento urbano, con "Zoppo" Bill che si arrampica su un edificio per sfuggire alle grinfie della legge. La situazione si complica ulteriormente quando Harold intravede la possibilità di cogliere al volo una ghiotta opportunità: il manager generale del grande magazzino è disposto a offrire una ricompensa a chiunque riesca a promuovere l'attività attirando nuovi clienti. Il nostro eroe, con l'astuzia di chi non ha nulla da perdere, escogita un audace piano che sfrutta l'inusitata abilità di Bill nell'arrampicarsi. Ma il destino gioca carte inaspettate e Harold si ritrova impelagato in una serie di equivoci e di peripezie vertiginose che mettono alla prova il suo ingegno e la sua tenacia. "Preferisco l'ascensore" è un'irresistibile commedia degli equivoci, un inno alla determinazione e all'ingenuità di chi sogna in grande. Tra amore, ambizione e situazioni esilaranti, Harold ci mostra che la strada per il successo può essere tanto improbabile quanto vertiginosa.