Tempi moderni (1936)

Nell'effervescente caos della città industriale degli anni '30, il nostro eroe senza nome, interpretato dal carismatico Charlie Chaplin, si trova trascinato nel vortice di una modernità meccanizzata che non concede respiro. Operaio in una fabbrica dove le macchine regnano sovrane, è costretto a una lotta quotidiana per mantenere il passo con un nastro trasportatore implacabile, un simbolo di un'epoca in cui l'essere umano rischia di diventare un semplice ingranaggio. La sua avventura si snoda attraverso una serie di peripezie esilaranti e paradossali: dalla lotta con un macchinario che lo vorrebbe trasformare in automa mangiando, fino al disguido che lo vede erroneamente scambiato per un agitatore politico, episodio che lo porta dritto dietro le sbarre. Ma è proprio tra le mura del carcere che inizia il suo cammino verso la libertà, una serie di coincidenze bizzarre lo vedono presto rilasciato per ritrovarsi, quasi per incanto, ad affrontare la grande città insieme a una compagna inaspettata: la Gamine, una giovane donna dallo spirito indomito, anch'ella vittima delle insidie di questi "Tempi Moderni". Insieme, questo duo di simpatici emarginati danza sul filo del sorriso e della sopravvivenza, intenti a scovare un posto nel mondo che sembra non avere più spazio per l'umanità e la tenerezza. "Tempi Moderni" è una commedia brillante che sa anche essere una riflessione affilata sul progresso e le sue ombre, un film che invita a sorridere, nonostante il cuore possa essere a pezzi.