Gli insospettabili (1972)

In "Gli insospettabili", un intricato gioco di astuzia si dipana tra le mura di una signorile residenza inglese, dove la tensione si taglia con un coltello. Il celebre scrittore di romanzi gialli Andrew Wyke, interpretato dalla leggenda britannica Laurence Olivier, si trova di fronte a Milo Tindle, ruolo affidato al non meno carismatico Michael Caine. Tindle, audace ma apparentemente ingenuo, presenta a Wyke una proposta sconcertante: desidera sposare la moglie di Wyke, che non è più oggetto dell'affetto dello scrittore. Con una moglie da cui si sente alienato, Wyke accetta, ma il suo acuto intelletto da maestro del mistero non si ferma a una semplice transazione sentimentale. Intravedendo un'opportunità per un gioco più sinistro e avvincente, Wyke trascina Tindle in un piano apparentemente geniale: simulare un furto nella sua lussuosa dimora per intascare l'assicurazione, risparmiando così una fortuna in alimenti. Tuttavia, il disprezzo reciproco e i continui battibecchi suggeriscono che sotto la superficie di questo patto si celano motivazioni più oscure. Man mano che la partita si sviluppa, la trama si fa più densa di colpi di scena e di duelli intellettuali in cui il vantaggio passa di mano in mano tra i due contendenti. In una spirale di inganni e rivelazioni, "Gli insospettabili" costruisce un thriller psicologico che terrà gli spettatori inchiodati alla poltrona, indovinando chi, tra il gatto e il topo, avrà la meglio in questo pericoloso gioco di specchi.