Le avventure di Rocky e Bullwinkle (2000)

Nelle desolate lande di Frostbite Falls, un tempo cuore pulsante della celebre serie animata, Rocky e Bullwinkle conducono un'esistenza grigia e ripetitiva, confinati in un mondo divenuto ombra di sé medesimo. L'eroico scoiattolo, privato della sua capacità di volare, e il fedele alce si trovano a fronteggiare una realtà in cui la speranza pare persa come le acque cristalline delle cascate ridotte a melma. Nel frattempo, dall'atroce Pottsylvania, i perfidi Fearless Leader, Boris Badenov e Natasha Fatale, sentono il peso di un'era che li vuole dimenticati. Ma la loro sete di potere non conosce confini e, in un audace rovesciamento di sorti, scavano la loro via fino alle luci abbaglianti di Los Angeles. Qui, la produttrice Minnie Mogul, in cerca di una sceneggiatura che la consacri nell'Olimpo di Hollywood, cade nella trappola dei villain: una firma che dovrebbe garantirle i diritti della vecchia serie animata ma che in realtà apre le porte del nostro mondo alla loro malvagità in carne ed ossa. Con l'America ignara di trovarsi sull'orlo di una catastrofe televisiva - RBTV, ovvero "Really Bad Television" pronta a annullare il libero arbitrio della nazione - Rocky e Bullwinkle vengono risucchiati fuori dal loro universo bidimensionale e catapultati nella realtà, trasformati in personaggi in CGI dalla brillante agente dell'FBI Karen Sympathy. Inizia così per i nostri eroi un'avventura irriverente e punteggiata di cameo, un viaggio attraverso l'America per smantellare i piani delittuosi di Fearless Leader e riportare Rocky tra le nuvole. Con il tempo che scorre inesorabile e Boris e Natasha alle calcagna, il trio ha solo 48 ore per sventare il discorso malefico che potrebbe subissare la coscienza collettiva e trasformare il Paese in un regno di tirannia. "Le avventure di Rocky e Bullwinkle" è un intrigo al cardiopalma che intreccia amicizia, coraggio e l'eterna lotta tra bene e male, il tutto condito da una sferzata di humour e nostalgia. Un film che promette di essere non solo una corsa contro il tempo, ma una celebrazione dell'immaginazione, dove ogni giravolta della trama è un invito a credere nell'inesauribile potenziale dell'eroismo, anche quando si è fuori dallo schermo.