La banda Baader Meinhof (2008)

La Germania degli anni '70 è una nazione sospesa tra il fantasma del suo passato nazista e le crescenti pressioni geopolitiche dell'imperialismo americano. Sulle macerie di un'epoca di contrasti e tensioni, tre giovani figli di un'era oscura si ergono come simbolo della ribellione. Andreas Baader, Ulrike Meinhof e Gudrun Ensslin, guidati da un'indomabile sete di cambiamento, si lanciano in una guerra senza quartiere contro ciò che considerano il nuovo volto del fascismo: l'influenza statunitense e un establishment tedesco le cui radici affondano in un passato intriso di colpe inconfessabili. Tra attentati sanguinosi e azioni di guerriglia urbana, il trio si propone di scolpire una società più giusta, ma la loro nobile visione si macchia irrimediabilmente di violenza. Con ogni atto di terrorismo, mentre il sangue innocente macchia le strade, si allontanano sempre più dall'umanità che aspirano a difendere. A dar loro la caccia è Horst Herold, il capo della polizia tedesca, una figura che, pur comprendendo le ragioni profonde che muovono questi giovani rivoluzionari, è fermamente deciso a fermare l'escalation di terrore. "La banda Baader Meinhof" è un viaggio crudo e senza compromessi nei meandri di un'utopia distorta dalla violenza. Un racconto di passioni travolgenti e di ideali perduti, un'indagine su quanto sia sottile la linea che divide il desiderio di giustizia dal baratro della perdizione. E mentre Herold si addentra nella lotta contro l'estremismo, si delinea l'immagine di un iceberg di cui la violenza non è che la punta emergente. Un film che non solo racconta una storia, ma pone una domanda inquietante: è possibile redimere il mondo attraverso mezzi che ne negano l'essenza stessa?