Moral Orel (2005)

Nella cittadina di Moralton, nello stato immaginario di Statesoda, il giovane Orel Puppington, con i suoi 11 anni pieni di una contagiosa e ingenua ottimismo, si erge come simbolo di una fede cristiana pura e inossidabile. "Moral Orel" ci immerge in una realtà animata in stop-motion che rispecchia la nostalgia di show come "Davey & Goliath", raccontando con ironia le peripezie di un bambino che cerca di destreggiarsi nelle complessità della vita, armato soltanto della sua incondizionata fede e di una naivetà a tratti disarmante. La sincera ricerca di Orel di vivere secondo i dettami biblici lo porta però a interpretazioni bizzarre e a volte macabre dei suoi insegnamenti. Questi equivoci non solo danno vita a situazioni tragicomiche, ma svelano anche, senza che lui ne sia consapevole, l'ipocrisia che si annida nel cuore della sua famiglia, specialmente nel suo padre Clay, e tra i pilastri della comunità che lo circonda. Lungo la linea sottile tra satira religiosa e critica sociale, "Moral Orel" è un'opera che, sotto le mentite spoglie di una parodia, lancia una frecciata velenosa agli stereotipi delle sitcom anni '50 tipo "Leave It To Beaver" e "Father Knows Best". La serie, creazione di Dino Stamatopoulos, si rivela un'esplorazione pungente e spesso grottesca dell'ipocrisia organizzata, sia religiosa che civile, mettendo in luce con uno stile unico e irriverente le contraddizioni di una società che si cela dietro una facciata di rispettabilità.