L'assassino di Rillington Place n. 10 (1971)

Nelle tenebre di un'Inghilterra post-bellica, all'indirizzo che presta il nome alla pellicola, "L'assassino di Rillington Place n. 10", si nasconde una realtà agghiacciante. John Christie, uomo di mezza età dalla vita apparentemente ordinaria, vive al pianterreno insieme alla moglie Ethel, estranea ai segreti oscuri del marito. Dietro la facciata di un'esistenza mediocre si cela un serial killer che, sotto le mentite spoglie di una competenza medica fasulla, attira donne ignare nel suo appartamento, promettendo loro cure per malattie inesistenti. Utilizzando gas monossido di carbonio, le rende incoscienti, per poi soddisfare le sue perversioni e infine strangolarle. Il silenzioso e lugubre edificio di Rillington Place diventa teatro di un nuovo potenziale delitto quando Beryl Evans, giovane donna in difficoltà economiche e incinta del suo secondo figlio, si trasferisce al piano superiore con il marito Tim, analfabeta, e la loro piccola Geraldine. L'ansia per la situazione finanziaria e la tensione matrimoniale attirano l'attenzione di Christie, che vede in Beryl la sua prossima vittima. Approfittando della loro vulnerabilità, offre di praticare un aborto illegale senza costi. Ma questo atto porterà a conseguenze inaspettate: Tim si troverà a conoscenza della morte di sua moglie, e Christie dovrà decidere se manipolarlo per mantenere il silenzio o incastrarlo per l'omicidio. Il film, oltre a essere un inquietante ritratto di un assassino, illumina uno degli errori giudiziari più controversi della storia britannica, quella di Timothy Evans. Il caso di Evans, assieme ad altri, contribuirà all'abolizione della pena capitale nel Regno Unito nel 1965. "L'assassino di Rillington Place n. 10" si rivela così non solo un'indagine sulle tenebre dell'animo umano ma anche un documento storico di rilevanza cruciale.