Alice (1988)

In "Qualcosa di Alice," una trasposizione cinematografica dell'immortale "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carroll, ci immergiamo in un universo dove la realtà si fa onirica e l'ordinario sfuma nell'eccezionale. L'energica giovane Alice, residente in un'enigmatica magione che sfiora la rovina, incontra un evento inaspettato nella sua stanza che la proietta in un'avventura oltre ogni immaginazione. La ricerca di un sofisticato Bianconiglio animato con la tecnica dello stop-motion conduce Alice attraverso un dedalo di corridoi fantastici, dove cibi insoliti la attendono, in grado di alterarne le dimensioni e di sconvolgere gli stravaganti abitanti di questo regno. Creature animate di semplice fattura, come il Bruco composto da un calzino, occhi di vetro e una dentiera, popolano questo mondo onirico, tutti contraddistinti dall'indiscutibile tocco del regista Svankmajer, che con le sue digressioni in un mondo di fette di carne viventi, arricchisce il classico racconto di Carroll con uno strato di eccentricità. L'epopea di Alice approda al suo culmine in uno scontro con la regina e il re di cuori. In un processo che sembra puro formalismo, il re resta passivo mentre la regina, animata da una volontà implacabile, sembra determinata a giustiziare Alice, riflettendo così la sorte degli assi da gioco che osarono contrariarla. Questa versione del 1988 di "Alice" si profila come un viaggio nel surrealismo, in cui i confini tra realtà e immaginazione si confondono, lasciando lo spettatore incantato fino all'ultimo fotogramma. Un film che, sebbene ricco di bizzarrie e apparentemente rivolto a un pubblico infantile, solleva il velo su un quesito: è davvero una favola per bambini? "Qualcosa di Alice" è un invito a scoprire una visione unica e indimenticabile del capolavoro di Carroll, un'esperienza cinematografica che sfida il pubblico a interrogarsi sulla vera natura del mondo fantastico.