Gimme Shelter (1970)

Nel profondo della controcultura anni '60, "Gimme Shelter" si rivela un documentario incisivo che segue il percorso della leggendaria band britannica Rolling Stones lungo il loro tour statunitense del 1969. In questo viaggio viscerale, assistiamo all'ascesa creativa e ai momenti concitati che avvolgono la creazione dell'album "Sticky Fingers" nelle terre del blues di Muscle Shoals in Alabama. Ma è Altamont Speedway, nei pressi di San Francisco, a catturare l'essenza del film: un concerto gratuito pensato come l'eco occidentale di Woodstock, con un cast stellare capace di evocare lo spirito di un'epoca. Jefferson Airplane, The Flying Burrito Brothers, Ike e Tina Turner, Crosby Stills Nash and Young, Santana e, ovviamente, gli Stones stessi, erano destinati a celebrare la "pace e amore". Tuttavia, il sogno si trasforma in incubo. L'audace scelta di affidare la sicurezza agli Hells Angels, banditi su due ruote armati di mazze e coltelli, si traduce in un catastrofico caleidoscopio di violenza. Al centro del turbine, la morte scioccante di Meredith Hunter, drammaticamente immortalata mentre il delirio e l'utopia si scontrano sulle note dei Rolling Stones. Attraverso un montaggio potente che alterna l'energia dei concerti e le sequenze di backstage, a momenti di tensione inaudita e l'analisi riflessiva da parte della band del materiale girato, "Gimme Shelter" non è solo un racconto di musica e caos: è l'epilogo di un decennio che ha sognato di cambiare il mondo e l'irruzione senza preavviso di una realtà più cruda e meno colorata.