Hagazussa - La strega (2018)

Nel cuore inospitale delle Alpi austriache del XV secolo, un velo di superstizione avvolge il vento che sussurra tra le vette. Questa terra, segnata dalla peste e da racconti di spiriti maligni e pagani, è il terreno di gioco della paura che serpeggia tra i contadini. Sospettata e isolata, Albrun cresce insieme alla madre in una modesta casa di tronchi ai margini della foresta, il loro sguardo vigile incrociando quello diffidente dei vicini. La morte rapisce presto la madre, lasciando la giovane Albrun in balia di una solitudine assordante, accompagnata solo dall'eco di una voce materna che sembra non volerla abbandonare. Il tempo scorre e ci ritroviamo a guardare Albrun vent'anni dopo, adesso madre a sua volta, ancora legata a quella fattoria nell'ombra del bosco con il suo neonato. La comunità la emargina, il prete la evita e i paesani la tormentano, etichettandola come una "strega brutta", mentre lei affronta un'esistenza avvolta nella fredda solitudine. Inaspettatamente, un legame si forma con una donna del villaggio, ma le intenzioni di questa nuova "amica" sono tutt'altro che benevole, trascinando Albrun in un vortice di rituali sadomasochistici che confondono e seducono. "Hagazussa" si addentra nel labirinto della mente di Albrun, in bilico tra lucidità e follia, esplorando i confini sfumati tra magia antica, fede e insanità in un'epoca in cui le credenze pagane infondevano terrore nelle campagne. La storia si snoda fino a condurci nell'abisso allucinatorio di Albrun, tra visioni grottesche e orrori cannibalici, diventando il gelido testimone di una donna in lotta contro le tenebre, dentro e intorno a lei, in un'era segnata da terrore e superstizione.