Honey Boy (2019)

Nel potente affresco cinematografico "Honey Boy", la regista Alma Har'el offre uno sguardo intenso e crudo sulla vita tumultuosa di un giovane attore, Otis Lort, dal suo convulso cammino infantile verso la celebrità, fino alla discesa nelle profondità della riabilitazione e alla sua lotta per la redenzione. La sceneggiatura, scritta con impeto catartico da Shia LaBeouf, è un atto di coraggio che svela le cicatrici e le glorie di un passato vissuto sotto i riflettori. Attraverso due interpretazioni incisive, Noah Jupe e Lucas Hedges danno vita a Otis in momenti critici della sua esistenza: uno immerso nell'innocenza dell'infanzia, l'altro affrontando le sfide dell'età adulta. LaBeouf stesso si assume il ruolo audace del proprio padre, un ex clown da rodeo e delinquente, in una performance che è al contempo un confronto e una terapia per affrontare i demoni familiari. La magia del racconto si infonde di eterea bellezza con l'ingresso di FKA Twigs, nei panni di una vicina di casa che diventa un'insostituibile compagna per il giovane Otis, condividendo con lui il microcosmo di un motel che si tramuta in rifugio e palcoscenico di vita. "Honey Boy" trascende il concetto stesso di film: è un matrimonio raro e sorprendente tra soggetto e creatore, un'esplorazione del potere curativo dell'arte e della forza salvifica dell'immaginazione. Con questo suo debutto narrativo, Har'el non si limita a narrare una storia, ma accende una luce di speranza, mostrando come il racconto possa diventare via di fuga e di guarigione.