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Poster of Mishima: A Life in Four Chapters

Mishima: Una vita in quattro capitoli (1985)

“Mishima: A Life in Four Chapters”

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Trama

In "Mishima: Una vita in quattro capitoli", l'arte del cinema incontra l'intricata psiche di Yukio Mishima, controverso e acclamato scrittore giapponese. In una narrazione che intreccia realtà e finzione, il film ci guida attraverso l'ultima giornata di Mishima, il 25 novembre 1970, verso un epilogo tanto drammatico quanto simbolico. La tela della sua vita si dispiega in quattro capitoli - Bellezza, Arte, Azione, Armonia di Penna e Spada - che compongono un mosaico di flashback e digressioni letterarie. Da ragazzo fragile e malaticcio, Mishima si trasforma in un icona letteraria del Giappone post-bellico, idolatrando il culto del corpo perfetto come specchio della sua visione estetizzante dell'esistenza. Attraverso drammatizzazioni tratte dai suoi romanzi più significativi, scopriamo gli abissi della sua anima: "Il Padiglione d'oro" ci rivela il turbinio interiore di un giovane balbuziente, la cui ossessione per la bellezza lo conduce alla distruzione di un illustre tempio Zen. "La casa di Kyoko" è una discesa nel labirinto delle relazioni fatali e sadomasochistiche. "Cavalli in fuga", invece, ci trascina nel fervore fallimentare di giovani nazionalisti, culminando in un atto estremo di sacrificio. Il delicato equilibrio tra la ribellione contro il materialismo del Giappone moderno e il richiamo ossessivo alle tradizioni si manifesta nell'ultima azione di Mishima: l'occupazione di un quartier generale militare e l'appello disperato ai soldati di unirsi alla sua causa per il restauro dell'Imperatore come sovrano assoluto. Un appello che si infrange contro l'indifferenza, tratteggiando un climax tanto potente quanto ironico. "Mishima: Una vita in quattro capitoli" è un viaggio cinematico che sfuma i confini tra il Mishima uomo e lo scrittore, offrendo al pubblico una riflessione affascinante sulla costruzione dell'identità personale e artistica. Un film che invita gli spettatori a immergersi nel labirinto mentale di un uomo tanto geniale quanto contraddittorio.